Ancora caos per Facebook: raccolte 1,5 milioni di email senza permesso

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© MichaelJayBerlin/Shutterstock

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Come al solito, ecco arrivare l'ennesima polemica riguardante il social network più famoso al mondo. Anche quella di oggi non sorprenderà molte persone: pare che Facebook abbia raccolto "per errore" non meno di 1,5 milioni di indirizzi e-mail di utenti senza permesso.

Ieri sera, il social network ha riferito di aver fatto un pasticcio: in pratica, pare che nel 2016, chiunque si sia registrato alla piattaforma abbia involontariamente inviato a Facebook le e-mail di tutti i loro contatti. Si stima, dunque, che siano stati raccolti complessivamente dati di 1,5 milioni di persone. Dobbiamo specificare che, dal momento in Facebook ha cambiato il modo in cui vengono gestiti i contatti, questa situazione non può ripetersi nuovamente. Questo è ciò che riferisce la società di Zuckerberg, ma solo il futuro ci dirà se corrisponde al vero.

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Chi teme il grande e cattivo Facebook? / © TY Lim/Shutterstock

Facebook spiega che si tratta di un errore. Che sia vero o meno, questa è l'ennesima polemica dopo tutta una serie di scandali che dallo scorso anno colpiscono l'azienda senza sosta. Curioso però che, dopo tutto, Facebook continua ad ottenere sempre più utenti invece che perderli.

In ogni caso, saranno informate le persone i cui contatti sono stati "copiati". Va inoltre ricordato che se questi indirizzi e-mail sono stati "recuperati" senza il consenso di nessuno, Facebook è ora installato. su milioni di dispositivi che condividono con lui molti dati, per non parlare di tutti i contenuti condivisi nel social network stesso.

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Benoit Pepicq

Benoit Pepicq
Redattore

Benoit è un appassionato di nuove tecnologie e di tutto ciò che riguarda l'informatica. Grande fan di Android dal 2011, Benoit si è aggiunto al team di AndroidPIT per condividere le sue passioni e le sue esperienze Android con i lettori.

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    Dommy Dsd 2 mag 2019 Link al commento

    Come dicevo poco fa per l'articolo su Google, anche Facebook ed altre aziende simili non hanno di certo come priorità la nostra privacy. Certo vogliono apparire affidabili per poter attirare ancora gli utenti e quindi alimentare il loro business ma sapere le nostre abitudini e ciò che ci riguarda fa parte proprio del loro business