Google dice basta: dite addio ai nuovi dispositivi con Nougat

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© nextpit

La situazione degli aggiornamenti Android è disastrosa e questo ormai è un dato di fatto. Se c'è una pratica ancora peggiore rispetto al non aggiornare i prodotti è quella di lanciare un nuovo dispositivo con una versione obsoleta del sistema operativo. Google ha (finalmente) detto basta: non saranno più ammessi dispositivi lanciati con Android Nougat.

Niente più nuovi smartphone con Nougat

Google si sta muovendo. L'azienda californiana ha deciso di iniziare a combattere la frammentazione del proprio sistema operativo per smartphone con alcune armi che dovrebbero mostrare i propri effetti nel lungo periodo.

Come probabilmente già saprete, per utilizzare ufficialmente Android su un dispositivo con il supporto alle Google app (GMS - Google Mobile Services) i produttori devono sottostare a certe regole precise (CDD - Compatibility Definition Document) per garantire la compatibilità del proprio software con tutte le API di Android e garantire un'esperienza per gli utenti e per gli sviluppatori consistente con l'intero ecosistema. Per ricevere la certificazione, i dispositivi ed i loro software vengono testati attraverso la Compatibility Test Suite (CTS) che verifica l'applicazione di queste regole.

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Nougat, sei licenziato! / © NextPit

Con la fine del mese di marzo Google ha finalmente fermato la certificazione dei nuovi dispositivi con a bordo Nougat. I nuovi terminali rilasciati da oggi in poi dovranno per forza utilizzare Android Oreo come sistema operativo se vogliono superare il test, ricevere la certificazione e quindi poter utilizzare le Google app.

Project Treble per tutti

Questo porta ad una piacevole conseguenza: tutti i dispositivi presentati con a bordo Oreo devono supportare anche Project Treble, il nuovo sistema di aggiornamenti modulare di Google. Project Treble è l'arma dell'azienda per provare a diminuire la frammentazione, non nell'immediato ma nel prossimo futuro.

Gli effetti di Project Treble dovrebbero già essere visibili dal rilascio di Android P aiutando i produttori a rilasciare aggiornamenti più veloci per i propri smartphone.

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Chissà se Android P arriverà in maniera più celere grazie a Project Treble. / © NextPit

La cattiva notizia è che il blocco delle certificazioni è arrivato molto in ritardo, ben 7 mesi dopo l'ufficializzazione di Oreo e dopo il rilascio della prima anteprima per sviluppatori di Android P. Per fare un esempio lo scorso anno Google ha bloccato la certificazione degli smartphone con Android Marshmallow in favore di Nougat già a gennaio 2017, dopo 5 mesi dal rilascio ufficiale di Android 7.0.

Google sta combattendo la frammentazione un tassello alla volta

Le nuove armi di Google potrebbero essere però efficaci questa volta, nella sua manica l'azienda di Alphabet dispone di molti altri assi nascosti. In aggiunta all'obbligo di utilizzare Oreo e Project Treble, Google dispone ora di Android One e Android Go che dovrebbero aiutare a diffondere le più recenti versioni di Android più rapidamente anche su dispositivi di fascia media o bassa. Anche il programma Android Enterprise Recommended dovrebbe spingere i produttori ad aggiornare gli smartphone, se non più velocemente, almeno per più a lungo.

Ci sono voluti solamente 11 anni e innumerevoli versioni del sistema operativo per costringere Google a rendere più severe le regole riguardo il software e gli aggiornamenti. Sono perfettamente al corrente che l'unica arma che Google aveva a disposizione per spingere il suo sistema operativo contro i giganti Apple, BlackBerry e Nokia (Symbian) era quella di lasciare il proprio sistema disponibile a più produttori possibili senza troppe restrizioni, ma dopo anni e dopo l'ampia diffusione di Android avrebbe dovuto mettere dei paletti e puntare i piedi per costringere i produttori a seguire delle regole più severe.

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E' davvero così difficile impiegare più risorse per mantenere i dispositivi aggiornati? / © NextPit

Google aveva bisogno di più partner possibili per spingere la sua nuova piattaforma ma ora deve rendersi conto di avere il coltello dalla parte del manico. A Google non serve più accontentare i produttori perché utilizzino Android, sono i produttori che dovrebbero sottostare alle sue regole per utilizzare il sistema operativo mobile più diffuso al mondo e più richiesto dagli utenti.

Vedremo mai Google imporsi dall'alto della sua posizione? Difficile dirlo, ma la strada intrapresa è quella giusta anche se forse è troppo tardi per sistemare un problema che affligge più del 90% dei milioni di dispositivi Android in circolazione.

Come pensate dovrebbe reagire Google al problema della frammentazione?

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1 Commento
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  • Simone Costi 21
    Simone Costi 29 apr 2018 Link al commento

    Ma per quale motivo Google si ostina a combattere la frammentazione? Nessuno li prende sul serio, e i produttori di smartphone non vorranno mai lanciare dispositivi economici ma con l’ ultima versione di Android (sennò come farebbero a vendere i top di gamma)?.
    Google deve capire che non può gestore gli aggiornamenti come fa Apple ( che progetta software e hardware quindi se vuole rendere obsoleto un Iphone ci riesce senza problemi). Per me stanno solo perdendo tempo ( girano ancora dispositivi con Android Gingerbread del 2010, cosa pensano di poter fare?).
    Con Android le cose sono sempre state così: se vuoi l’ ultima versione compri il dispositivo top di gamma sennò fai senza.