La vostra privacy è a rischio su WhatsApp!

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© nextpit

WhatsApp è senza dubbio l'app di messaggistica istantanea più utilizzata al mondo. In continuo aggiornamento, ha recentemente introdotto il Material design, la possibilità di inviare messaggi vocali e si prepara ad implementare le videochiamate. Ma riesce davvero a tutelare la privacy dei suoi utenti al meglio?

Tutelare la propria privacy ed i propri dati sensibili online è una cosa importante e secondo l'indagine annuale Who has your back?, pubblicata dall'Electronic Frontier Foundation, WhatsApp non lo fa al meglio ed ha per questo ottenuto una sola stella su cinque.

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WhatsApp non tutela la vostra privacy! / © ANDROIDPIT

L'EFF è un'organizzazione statunitense no profit che si occupa di proteggere i diritti digitali, privacy compresa. Anche quest'anno ha pubblicato la sua indagine chiamata Who Has Your Back? Protecting your data from government requests nella quale ha analizzato il comportamento di 24 delle maggiori aziende digitali internazionali in termini di tutela della privacy.

L'obiettivo d questa indagine è quella di informare gli utenti sulla reale sicurezza dei servizi a cui si affidano e, soprattutto, incentivare le aziende stesse, piccole e grandi, ad impegnarsi nella tutela della privacy ed a garantire una maggiore sicurezza digitale. Tra le aziende prese in considerazione nell'indagine troviamo Yahoo, WordPress, Snapchat, Google, Facebook, LinkedIn, Microsoft ed anche WahtsApp che si è aggiudicata l'ultimo posto in questa classifica.

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Non tutti servizi a cui vi affidate proteggono i vostri dati sensibili come dovrebbero! / © ANDROIDPIT

I criteri di valutazione utilizzati dalla Electronic Frontier Foundation sono cinque:

  1. Utilizzo delle migliori pratiche diffuse nel settore: consistono nel fornire il contenuto delle comunicazioni degli utenti solo dopo un'autorizzazione giuridica, nel pubblicare una report trasparente che mostri quante volte il governo richiede i dati degli utenti e quante volte l'azienda decide di fornirli ed infine nel rendere disponibile una guida che spieghi in che modo l'azienda risponde alla richiesta di dati da parte del governo.
  2. Comunicazione agli utenti sulle richieste dei dati da parte del governo: per ottenere una stella in questa categoria le aziende devono informare gli utenti quando il governo statunitense richiede i loro dati ed il miglior modo di agire sarebbe quello di informare gli utenti anticipatamente per dare loro la possibilità di decidere se rendere disponibili o meno i propri dati.
  3. Divulgazione pubblica sulle norme riguardanti la raccolta dei dati aziendali: la stella è stata assegnata alle aziende che informano gli utenti circa le proprie politiche di conservazione dei dati (anche nel caso in cui queste li conservino per periodi particolarmenti lunghi o indeterminati).
  4. Divulgazione delle richieste di rimozione dei dati da parte del governo: per garantire una maggiore trasparenza l'EFF ha deciso di premiare le aziende che pubblicano regolarmente le richieste del governo di rimuovere dati, informazioni o interi account.
  5. Politiche pubbliche a favore dell'utente e contrarie alla backdoor: si chiede alle aziende di prendere una posizione contro le politiche pubbliche che ostacolano la trasparenza e la protezione della privacy.

Il risultato di questa indagine è stato che su 24 aziende solo 9 sono riuscite a soddisfare tutti e 5 i criteri sopra citati (Adobe, Apple, CREDO, Dropbox, Sonic, Wickr, Wikimedia, WordPress.com e Yahoo). WhatsApp è, insieme ad AT&T, invece la peggiore tra le aziende prese in considerazione. L'app di messaggistica più utilizzata al mondo è riuscita a soddisfare solo uno dei criteri di valutazione, quello riguardante le politiche di opposizione backdoor. 

TELEGRAM VS WHATSAPP
WhatsApp soddisfa solo 1 dei 5 requisiti dell'indagine di EFF! / © ANDROIDPIT

È importante sapere che quando utilizzate WhatsApp vi state affidando ad un'app che non si impegna a tutelare la vostra privacy, che non vi informa sulla divulgazione dei vostri dati personali, conversazioni comprese, e che non segue le pratiche di tutela della privacy diffuse nel settore digitale. Perchè continuare a compromettere la propria privacy ed appoggiare un'azienda che non vuole prendersi le sue responsabilità ed impegnarsi nella tutela dei suoi utenti se esistono delle valide alternative per messaggiare e chiamare gratuitamente senza mettere a rischio i propri dati?

Vi abbiamo già introdotto in precedenti articoli Telegram, un'app che fornisce un ottimo servizio di messaggistica istantanea e che vi permette di tutelare la privacy al meglio ma, oltre a questa, vi sono tante altre valide applicazioni da prendere in considerazione. A voi la scelta!

Fonte: EFF

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Jessica Murgia

Jessica Murgia
Global Head of Content

Dal 2014 ad APit alla ricerca di nuovi dispositivi da testare e storie da raccontare.Il Sony Ericsson Xperia Pro rosso è stato uno dei suoi più grandi amori. Nell'armadio, oltre a racchiudere ogni tipo di outfit, nasconde vecchie console, videogiochi (il Gameboy giallo è uno di questi), indossabili e dispositivi Smart Home di ogni sorta. Viaggiatrice incallita, non riesce a fare a meno di immergersi nella lettura, nella musica ed in acqua!

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